Diagnosi e cura dell’allergia al nichel e Snas
L’allergia al nichel è una fra le più difficili da combattere o da controllare poiché questo metallo, seppure in modeste quantità, è presente un po’ ovunque. Il nichel è un metallo pesante contenuto in moltissimi oggetti, leghe metalliche, materiale plastico, additivi per carburanti, insetticidi, prodotti cosmetici e nei cibi che portiamo in tavola ogni giorno (grassi idrogenati e non idrogenati prodotti dall’industria alimentare).
Il primo sintomo che può indurre a sospettare una possibile reazione a questo metallo o alle leghe che lo contengono, è la comparsa di una dermatite da contatto che si sviluppa di norma sulla cute delle mani quando queste entrano a contatto con oggetti contenenti nichel (orologi, accendini, cellulari, maniglie, forbici, stoviglie e pentole); ai lobi delle orecchie (bijoux) o anche sulle mucose del cavo (protesi). Ma al di là della dermatite allergica da contatto, provocata dagli oggetti o materiali che lo contengono, recentemente è stata osservata una Sindrome sistemica da allergia al nichel (Snas), caratterizzata dall’insorgenza di sintomi generalizzati (cefalea, orticaria, prurito, dolori addominali, diarrea o costipazione, rinite e asma) che sono strettamente correlati all’ingestione di questo metallo nella normale alimentazione.
Negli ultimi mesi sono pervenuti alla nostra osservazione sempre più pazienti che presentavano sintomi e segni della allergia al nichel e ai metalli pesanti fino ad arrivare alla Snas. I pazienti pervenuti alla nostra osservazione si suddividono in due classi:
- La prima classe comprende pazienti che manifestano reazioni avverse cutanee. Arrivano alla nostra osservazione perché manifestano reazioni eczematose, orticaria, vescicole, bolle nelle diverse zone del corpo, quindi, vogliono scoprirne le cause e trovare terapie mirate per arrivare alla guarigione.
- La seconda classe comprende pazienti che non presentano reazioni cutanee ma manifestano dolori addominali, dolori articolari, asma, infiammazione delle alte vie respiratorie, patologie cardiologiche. Questi pazienti arrivano alla nostra osservazione perché sospettano che i sintomi siano dovuti ad allergie a determinati alimenti o ad altre sostanze.
È una allergia che allo stato attuale è molto diffusa: il nichel è presente in molti oggetti di uso comune e per questo è difficile evitarne il contatto nella vita quotidiana.
Colpisce maggiormente le donne ed è una reazione IgE mediata, quindi si tratta di allergia e non di intolleranza, condizione che si manifesta per carenza o non funzionalità di alcuni enzimi esistenti nel nostro organismo. A livello intestinale se vi sono delle condizioni di predisposizione, determinate da patologie intestinali infiammatorie, da alterazione dei meccanismi di immunoesclusione, da condizioni di immaturità del sistema immunitario, si assiste ad una alterazione del tessuto linfoide associato intestinale o Galt e quindi all’annullamento della “tollerata clinica”, per cui non appena il nichel raggiungerà l’intestino si manifesteranno i sintomi da allergia al nichel o la Snas. Per quanto riguarda le manifestazioni cutanee da allergia al nichel, o dermatite da contatto (Dac), rappresentano la reazione dell’epidermide all’esposizione al nichel, anche di breve durata. La reazione cutanea, quindi, è in grado di sollecitare una risposta immunitaria localizzata proprio a livello della cute. A livello cutaneo si possono osservare vescicole molto estese, reazioni eczematose, , segni sull’epidermide che ricalcano fedelmente la forma dell’oggetto con cui la cute è venuta a contatto, lesioni ulcerate delle mani e dei piedi. La dermatite da contatto può essere determinata non solo dal nichel ma anche da altri metalli come il cromo, il cobalto, il mercurio, il cadmio, lo zinco, etc. I sintomi della dermatite da contatto sono generalmente prurito, arrossamento, gonfiore, bruciore e soprattutto dolore dell’area cutanea interessata.
La caratteristica principale della Snas è la presenza, con o senza dermatite da contatto, di altri sintomi spesso invalidanti e non riconducibili immediatamente al metallo: crampi e gonfiore addominali, stipsi o diarrea, nausea e vomito, mal di testa, stomatite e afte, febbre, difficoltà respiratoria nasale e asma, dolori articolari, orticaria, angioedema.
Nella maggior parte dei casi quando arriva alla nostra osservazione un paziente che riferisce cefalea solitamente non si pensa subito alla Snas, ma si eseguono indagini strumentali per escludere altre patologie, quindi la formulazione di diagnosi di Snas sarà tardiva. Altri pazienti, invece, mostrano i segni di una orticaria molto estesa, o di una orticaria pigmentata o ancora di una orticaria bollosa, associati ad altri sintomi che possono facilmente ricondurre alla Snas, per esempio problemi intestinali.
Ricordiamo la storia triste di una nostra paziente, che da mesi riferiva dolori articolari lancinanti associati ad una improvvisa comparsa di pericardite. Visitata da altri medici e sottoposta a numerose indagini radiologiche ed esami ematologici ed ematochimici, si sospettava addirittura una patologia tumorale perché non si riusciva ad arrivare ad una diagnosi certa. Una volta arrivata alla nostra osservazione la paziente è stata studiata nella sua interezza e abbiamo scoperto essere affetta da allergia al nichel e Snas, infatti dopo averla trattata con terapia mirata i sintomi sono rientrati completamente. Nei pazienti con Snas si può manifestare anche angioedema della lingua e delle labbra, che possono comportare dispnea sino al soffocamento per edema laringeo, o angioedema periorbitario.
In questi casi viene eseguito non solo il patch test ma anche il prick test ad allergeni inalanti ed alimentari, poiché per il meccanismo della cross-reattività in allergologia si possono associare due o più allergie, definite appunto “allergie crociate”. Nel caso di allergia al nichel o ad altri metalli, o nel caso della Snas, l’esame diagnostico “gold standard” è il patch test. Il patch test prevede l’apposizione di cerotti che contengono le diverse sostanze da testare: questi “patch” si possono costruire al momento, per esempio per categorie di lavoratori particolari, oppure essere già costruiti dalle aziende produttrici che vendono kit confezionati.
I cerotti vengono apposti sulle spalle del paziente e tenuti per 48-72 ore, alcune volte in relazione alla storia clinica del paziente è preferibile farli tenere un giorno in più oltre le 72 ore, soprattutto nei casi di storia clinica di reazioni avverse ritardate. Una volta arrivati alle 48-72 ore si procede alla lettura del patch test: si tolgono i cerotti e si osserva la cute ricercando ed osservando se vi sono reazioni avverse cutanee.
In fotografia potete vedere che la lettura del test in un primo paziente indica una reazione allergica moderata al nichel e una reazione allergica al colore blu, nel secondo paziente la lettura indica invece una reazione notevole al nichel.
La novità diagnostica che abbiamo introdotto, quando abbiamo la conferma o anche solo il sospetto di allergia al nichel, è la titolazione della concentrazione di altri metalli quali mercurio, cromo, cobalto, cadmio, zinco, potassio bicromato. È estremamente importante stare attenti a tutti coloro che vi indicano e vi propongono esami non validati dal Ministero della Sanità, quali il test muscolare per le allergie, biorisonanza, il test cutaneo elettrodermico, il citotest, il test del capello, e tutti gli altri metodi di diagnosi e di terapia delle malattie allergiche anomali e non scientificamente comprovati. Questi non devono trovare posto in una professione corretta e vanno proscritti, perché spesso portano all’adozione di diete altrettanto irrazionali dal punto di vista allergologico. Tra le novità inserite nel nostro protocollo diagnostico vi sono, oltre al patch test e alla la titolazione della concentrazione del mercurio, del colbalto, del cromo e di altri metalli nel sangue, anche lo studio del macrobioma, un organo importantissimo dalla cui funzionalità dipendono moltissimi equilibri clinico-metabolici.
La terapia farmacologica solitamente prevede la somministrazione della levocetirizina e di probiotici per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale. La nostra equipe ha prodotto diversi protocolli terapeutici che vengono prescritti in relazione allo stato generale del paziente, quindi anche in questo caso si tratta di una terapia mirata. Fino a due anni fa noi medici avevamo a nostra disposizione un altro “strumento”, che ci aiutava moltissimo per ottenere la risoluzione dei sintomi sia dell’allergia al nichel, quindi le reazioni cutanee, sia dei sintomi della Snas. Lo strumento utilizzato in tutto il mondo era la terapia desensibilizzante per il nichel. La terapia desensibilizzante prevedeva l’assunzione da parte del paziente di dosi di nichel sempre più crescenti sino ad arrivare a 500 mg tre volte a settimana, in modo da desensibilizzare il paziente. E quindi nel momento in cui il paziente ingeriva alimenti contenti nichel o ne veniva a contatto, per il meccanismo della tolleranza clinica, non manifestava più sintomi e/o reazioni cutanee. In questo modo il paziente assumeva sempre meno farmaci e otteneva una velocizzazione degli effetti del trattamento nutrizionale di esclusione sino alla risoluzione completa della patologia. Ma da oltre un anno l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, non ha dato l’assenso al commercio della terapia desensibilizzante per il nichel. Venendo a mancare uno strumento fondamentale per il trattamento della Snas i medici e i biologici della nostra equipe hanno avviato una fase di ricerca per trovare una valida alternativa.
La nostra idea è quella di utilizzare questo meccanismo di eliminazione dell’elemento inquinante o tossico (i metalli) attraverso le feci e le urine, senza nessuna controindicazione e senza nessuna complicanza. Stiamo lavorando alla preparazione di un prodotto che rappresenta una grande speranza per coloro che sono affetti da intossicazione ai metalli pesanti, casi che aumentano esponenzialmente ogni giorno, e quindi per coloro che manifestano allergie cutanee al nichel o la Snas. Siamo arrivati all’ultima fase dello studio che prevede di bilanciare accuratamente i componenti in modo da avere i minori effetti collaterali il più possibili tendenti a zero. Questo prodotto, dunque, accelererà i risultati ottenuti dal trattamento nutrizionale di privazione, per cui il paziente in molto meno tempo potrà ottenere la risoluzione della patologia.