Esofagite eosinofila

Sensazione di nodo in gola o di corpo estraneo faringeo: la causa più nota è l’esofagite eosinofila

I pazienti che riferiscono sensazione di corpo estraneo faringeo, senso di costrizione alla gola, episodi di tosse secca, prurito alla gola, sono in forte aumento. Per questi pazienti la formulazione della diagnosi da parte dell’otorinolaringoiatra non è facile: il sospetto che i sintomi riferiti possano essere dovuti a reflusso gastroesofageo decade immediatamente poiché non passano con le caratteristiche terapie prescritte per la malattia da reflusso. Esiste una patologia che può causare sintomi simili al reflusso, una patologia non rara ma poco considerata.

Questa patologia è l’esofagite eosinofila, malattia sempre più in aumento che può interessare sia i bambini che gli adulti.

Per definizione è una malattia immuno-mediata cronica dell’esofago con conseguente e predominante infiammazione eosinofila dell’esofago. La causa è rappresentata da una risposta immunitaria ad allergeni alimentari e ambientali in pazienti che mostrano una eccessiva sensibilità in ambito immunologico. L’esofago è un tubo cavo che unisce la gola (faringe) allo stomaco e nel caso della esofagite eosinofila le pareti di questo tubo sono tappezzate da eosinofili, leucociti che svolgono un ruolo importante nella risposta dell’organismo a reazioni allergiche, asma e infezioni parassitarie.

L’esofagite eosinofila è causata da una reazione allergica ad alcuni alimenti o ad allergeni ambientali, responsabile della infiammazione cronica e fortemente irritante la mucosa dell’esofago, in soggetti che anamnesticamente presentano fattori di rischio genetici ed immunologici.

Il medico attento rileva in questi pazienti, durante la raccolta della loro storia clinica,una anamnesi positiva anche per asma, eczema e di altri disturbi allergici. L’infiammazione cronica della mucosa dell’esofago deve essere accuratamente trattata per prevenire un restringimento cronico, o stenosi, dell’esofago.

I pazienti affetti da esofagite eosinofila presentano sintomi simili a quelli della malattia da reflusso gastroesofageo, quali pirosi (bruciore retrosternale), rigurgito che a sua volta provoca mal di gola persistente, tosse secca, raucedine, e spesso anche sensazione di “nodo in gola”, sensazione di corpo estraneo in gola, e disfagia ossia difficoltà alla deglutizione. La disfagia si manifesta solitamente negli adulti che soffrono di esofagite da molto tempo, nei quali si riscontra la stenosi e spesso residui di cibo nell’esofago, definito impattamento alimentare. Neonati e bambini possono rifiutarsi di mangiare e quindi perdono peso, spesso vomitano, possono avere dolore addominale o toracico o entrambi questi sintomi.

Ai sintomi caratteristici della malattia da reflusso gastroesofageo, nella esofagite eosinofila si aggiungono sintomi e disturbi allergologici.

La diagnosi di esofagite eosinofila si basa sui sintomi, infatti bisogna sospettarla fortemente nei pazienti che presentano patologie, sintomi, disturbi allergici e allo stesso tempo non riescono a deglutire soprattutto cibi solidi. Bisogna sospettarla nei pazienti che presentano i sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo ma sono resistenti alle terapie prescritte per il Gerd. Oltre ai sintomi il medico, orientato alla formulazione della diagnosi della esofagite eosinofila, deve esaminare l’esofago, deve eseguire una endoscopia dell’esofago e deve prelevare dei campioni di tessuto da analizzare al microscopio per la ricerca degli eosinofili, per dimostrare l’infiltrazione eosinofila (> 15 eosinofili/ per campo).

Le biopsie della mucosa dell’esofago devono essere eseguite a livello dell’esofago prossimale, medio e distale e i campioni ottenuti devono essere processati separatamente. Si ricorre spesso alle radiografie dell’esofago con bolo baritato: il bario assunto dal paziente prima della esecuzione della radiografia, evidenzia l’esofago visualizzando eventuali anomalie.

Nella pratica diagnostica, per rilevare eventuali fattori allergici scatenanti, trovano posto i test per le allergie alimentari e ambientali.

Il protocollo utilizzato dalla nostra equipe prevede l’esecuzione del prick test per alimenti, utilizzando anche alimenti freschi, prick test per inalanti e patch test per la ricerca di allergeni ambientali, in modo da eseguire una diagnostica allergologica completa. Inoltre,nonostante la citologia nasale non sia prevista normalmente nella diagnostica per sospetta esofagite eosinofila, la nostra equipe la esegue per lo studio della cellularità della mucosa nasale, utile a fornirci dati clinici riguardanti patologie allergiche delle alte vie respiratorie che possono essere presenti in questi pazienti, e utile in ambito scientifico. Abbiamo nella nostra casistica sette pazienti con esofagite eosinofila e tanti altri in fase di studio.

Prick test per alimenti

Spesso la diagnosi di questa patologia ritarda ad arrivare poiché necessità l’esecuzione di esami diagnostici mirati e strette collaborazioni con il medico gastroenterologo disposto ad eseguire diverse biopsie della mucosa esofagea, come indicazione da parte dell’otorinolaringoiatra che segue il paziente pervenuto per sintomi interessanti le alte vie respiratorie e soprattutto la sensazione di corpo estraneo in gola. Tutti e sette pazienti in nostra casistica, osservando un protocollo terapeutico mirato, riferiscono di aver avuto la remissione dei sintomi molto fastidiosi, e un miglioramento della loro qualità di vita, nessuno di loro presenta stenosi dell’esofago.

La terapia della esofagite eosinofila prevede l’assunzione di inibitori della pompa protonica, farmaci che riducono la produzione di acido gastrico e riducono i sintomi.

Qualora gli inibitori di pompa protonica dovessero risultare non efficace si prescrivono corticosteroidi, come fluticasone e budesonide, che devono essere ingeriti e non inalati in modo da rivestire le pareti dell’esofago contribuendo a ridurre l’infiammazione. Solitamente si usa un inalatore di fluticasone per nebulizzare il farmaco in bocca per poi inghiottirlo e farlo arrivare in esofago e non nei polmoni. Il budesonide in forma liquida può essere miscelato con un sostituto dello zucchero o un addensante (come l’amido di mais) ed essere quindi ingerito. Subito dopo l’ingestione del corticosteroide bisogna sciacquare la bocca per evitare un’infezione micotica. Il fluticasone o la budesonide vengono somministrati per 8 settimane per determinarne l’efficacia. Se il paziente raggiunge la remissione con una di queste terapie, queste vengono spesso proseguite indefinitamente mediante assunzione di dosi di mantenimento. È necessario anche modificare la dieta, per tale motivo è necessario instaurare collaborazioni terapeutiche e scientifiche con il biologo nutrizionista.

È consigliata una dieta povera di cereali, latticini, pesce, molluschi, arachidi, frutta a guscio, uova e soia: tutti alimenti che possono indurre reazioni alimentari IgE-mediate.

Nei soggetti che presentano un restringimento dell’esofago, o stenosi significative, per il perdurare nel tempo della infiammazione cronica della mucosa dell’esofago, bisogna eseguire delle dilatazione esofagee durante l’esecuzione della endoscopia, utilizzando un palloncino o un dilatatore bougie. Spesso si richiedono dilatazioni esofagee progressive e multiple usando palloncini progressivamente più grandi in modo da prevenire eventuali lacerazioni esofagee.

Ancora una volta l’attenta raccolta anamnestica da parte del medico e la visione olistica dello stesso divengono essenziali per la formulazione della diagnosi corretta, soprattutto nel contesto delle patologie rare o non rare ma poco considerate, forse perché non conosciute.