Allergia al nichel e Snas: in estate peggiora la dermatite da contatto
Nella pratica clinica dell’allergologo è di comune osservazione un aumento di casi e/o un peggioramento di alcune dermatiti nel periodo estivo. Sia le dermatiti allergiche da contatto con metalli, profumi e tessuti, sia le vere dermatiti “foto allergiche” sono condizionate dall’esposizione al sole e dalle elevate temperature. Ma per l’allergologo la problematica più frequente in estate è la dermatite da contatto con nichel.
Dati scientifici indicano che oltre il 30% della popolazione generale soffre di allergia al nichel e di questi il 20% sviluppa la Snas, Sindrome Allergica Sistemica al Nichel.
È una allergia che allo stato attuale è molto diffusa: il nichel è presente in molti oggetti di uso comune e per questo è difficile evitarne il contatto nella vita quotidiana. Si manifesta con una dermatite da contatto (arrossamento, vescicole e desquamazione), di solito limitato all’area cutanea a stretto contatto con oggetti contenenti il metallo, come i lobi delle orecchie (orecchini), polso (orologi), collo (collane), ma anche altre zone del corpo, tra cui il volto e il cuoio capelluto per contatto con occhiali in metallo, piercing, fermagli per capelli.
La reazione cutanea è in grado di sollecitare una risposta immunitaria localizzata proprio a livello della cute. A livello cutaneo si possono osservare vescicole molto estese, reazioni eczematose, , segni sull’epidermide che ricalcano fedelmente la forma dell’oggetto con cui la cute è venuta a contatto, lesioni ulcerate delle mani e dei piedi. La dermatite da contatto può essere determinata non solo dal nichel ma anche da altri metalli come il cromo, il cobalto, il mercurio, il cadmio, lo zinco, etc. I sintomi della dermatite da contatto sono generalmente prurito, arrossamento, gonfiore, bruciore e soprattutto dolore dell’area cutanea interessata. I sintomi cutanei generalmente peggiorano durante l’estate e in presenza di un clima caldo e umido perché la sudorazione favorisce la penetrazione del nichel nella pelle.
Può capitare che chi è allergico al nichel non abbia manifestazioni nel periodo invernale, ma presenti la tipica dermatite in estate, quando la liberazione di ioni metallici dalle leghe in cui sono contenuti è favorita dalla sudorazione.
Di conseguenza, il contatto con oggetti metallici quali fibbie, borchie, bottoni, orologi e bracciali provoca più facilmente lesioni eczematose, molto pruriginose, che tendono ad estendersi anche oltre la zona, per via della dispersione cutanea nel sudore. Tipiche le dermatiti nell’area sotto ombelicale, scatenate dal contatto con fibbie e bottoni metallici di pantaloni,che tendono a cronicizzare e sono a rischio aumentato di sovrainfezione batterica nella stagione estiva.
Ma al di là della dermatite allergica da contatto, provocata dagli oggetti o materiali che lo contengono, recentemente è stata osservata una Sindrome sistemica da allergia al nichel o Snas, caratterizzata dall’insorgenza di sintomi generalizzati (cefalea, orticaria, prurito, dolori addominali, diarrea o costipazione, rinite e asma) che sono strettamente correlati all’ingestione di questo metallo nella normale alimentazione.
Il nichel è un metallo pesante contenuto anche in molti cibi che portiamo a tavola ogni giorno. Si trova in particolar modo nel terreno e nelle acque ed è assorbito dagli organismi viventi, quindi, presente in tantissimi alimenti di origine animale e vegetale. La caratteristica principale della Snas è la presenza, con o senza dermatite da contatto, di altri sintomi spesso invalidanti e non riconducibili immediatamente al metallo: crampi e gonfiore addominali, stipsi o diarrea, nausea e vomito, mal di testa, stomatite e afte, febbre, difficoltà respiratoria nasale e asma, dolori articolari, orticaria, angioedema. Nella maggior parte dei casi quando arriva alla nostra osservazione un paziente che riferisce cefalea solitamente non si pensa subito alla Snas, ma si eseguono indagini strumentali per escludere altre patologie, quindi la formulazione di diagnosi di Snas sarà tardiva. Altri pazienti, invece, mostrano i segni di una orticaria molto estesa, o di una orticaria pigmentata o ancora di una orticaria bollosa, associati ad altri sintomi che possono facilmente ricondurre alla Snas, per esempio problemi intestinali.
La diagnosi prevede inizialmente la raccolta attenta ed accurata della storia clinica del paziente per poi passare alla valutazione allergologica con l’esecuzione dei test completi.
In questi casi viene eseguito non solo il patch test ma anche il prick test ad allergeni inalanti ed alimentari, poiché per il meccanismo della cross-reattività in allergologia si possono associare due o più allergie, definite appunto “allergie crociate”. Nel caso di allergia al nichel o ad altri metalli, o nel caso della Snas, l’esame diagnostico “gold standard” è il patch test. Il patch test prevede l’apposizione di cerotti che contengono le diverse sostanze da testare: questi “patch” si possono costruire al momento, per esempio per categorie di lavoratori particolari, oppure essere già costruiti dalle aziende produttrici che vendono kit confezionati. I cerotti vengono apposti sulle spalle del paziente e tenuti per 48-72 ore, alcune volte in relazione alla storia clinica del paziente è preferibile farli tenere un giorno in più oltre le 72 ore, soprattutto nei casi di storia clinica di reazioni avverse ritardate. Si procede poi alla lettura del patch test: si tolgono i cerotti e si osserva la cute ricercando ed osservando se vi sono reazioni avverse cutanee.
Basta un comunissimo prelievo del sangue per valutare l’eventuale intossicazione da metalli pesanti.
La novità diagnostica che abbiamo introdotto, quando abbiamo la conferma o anche solo il sospetto di allergia al nichel, è la titolazione della concentrazione di altri metalli quali mercurio, cromo, cobalto, cadmio, zinco, potassio bicromato. È estremamente importante stare attenti a tutti coloro che vi indicano e vi propongono esami non validati dal Ministero della Sanità, quali il test muscolare per le allergie, biorisonanza, il test cutaneo elettrodermico, il citotest, il test del capello, e tutti gli altri metodi di diagnosi e di terapia delle malattie allergiche anomali e non scientificamente comprovati. Questi non devono trovare posto in una professione corretta e vanno proscritti, perché spesso portano all’adozione di diete altrettanto irrazionali dal punto di vista allergologico. Tra le novità inserite nel nostro protocollo diagnostico vi sono, oltre al patch test e alla la titolazione della concentrazione del mercurio, del colbalto, del cromo e di altri metalli nel sangue, anche lo studio del macrobioma, un organo importantissimo dalla cui funzionalità dipendono moltissimi equilibri clinico-metabolici.
La terapia per coloro che manifestano allergie al nichel o che soffrono di Snas è una terapia nutrizionale di esclusione degli alimenti che contengono nichel, associata ad una terapia farmacologica.
La terapia farmacologica solitamente prevede la somministrazione della levocetirizina e di probiotici per ripristinare l’equilibrio della flora intestinale. La nostra equipe ha prodotto diversi protocolli terapeutici che vengono prescritti in relazione allo stato generale del paziente, quindi anche in questo caso si tratta di una terapia mirata. Fino a due anni fa noi medici avevamo a nostra disposizione un altro “strumento”, che ci aiutava moltissimo per ottenere la risoluzione dei sintomi sia dell’allergia al nichel, quindi le reazioni cutanee, sia dei sintomi della Snas. Lo strumento utilizzato in tutto il mondo era la terapia desensibilizzante per il nichel. La terapia desensibilizzante prevedeva l’assunzione da parte del paziente di dosi di nichel sempre più crescenti sino ad arrivare a 500 mg tre volte a settimana, in modo da desensibilizzare il paziente. E quindi nel momento in cui il paziente ingeriva alimenti contenti nichel o ne veniva a contatto, per il meccanismo della tolleranza clinica, non manifestava più sintomi e/o reazioni cutanee. In questo modo il paziente assumeva sempre meno farmaci e otteneva una velocizzazione degli effetti del trattamento nutrizionale di esclusione sino alla risoluzione completa della patologia. Ma da oltre un anno l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, non ha dato l’assenso al commercio della terapia desensibilizzante per il nichel. Venendo a mancare uno strumento fondamentale per il trattamento della Snas i medici e i biologici della nostra equipe hanno avviato una fase di ricerca per trovare una valida alternativa.
Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia di sostanze che sono in grado di chelare determinati ioni soprattutto quelli del nichel, del mercurio e del cadmio facilitandone l’espulsione dall’organismo.
Da qui la nostra equipe, grazie alle importanti risorse tecnico-scientifiche messe a disposizione dal dr. Vincenzo Aletta, biologo nutrizionista clinico e consulente dell’azienda farmaceutica SuaRhe Biomedica, ha messo in commercio un chelante che rappresenta una grande speranza per coloro che sono affetti da allergia al nichel e Snas. Le sostanze presenti nel nostro prodotto sono in grado di agganciare, appunto “chelare”, determinati ioni soprattutto quello del nichel e degli altri metalli pesanti, agevolando l’eliminazione dell’elemento inquinante o tossico attraverso le feci e soprattutto attraverso le urine, senza nessuna controindicazione o complicanza. Questo chelante accelera i risultati ottenuti dal trattamento nutrizionale di privazione, per cui il paziente in molto meno tempo potrà ottenere la risoluzione della patologia.