Aletta Caminiti D'Agostino

Allergia al Nichel e Sindrome Sistemica Allergica al Nichel: novità in ambito diagnostico e terapeutico

L’equipe della dr.ssa Daria Caminiti, specialista in otorinolaringoiatria ed esperta in allergologia, in collaborazione con l’azienda farmaceutica SuaRhe Biomedica, ha annunciato importanti novità per la cura dell’allergia al nichel, al mercurio, al cobalto, al cadmio, allo zinco e altri metalli pesanti.

Il nichel è un metallo pesante contenuto in moltissimi oggetti, leghe metalliche, materiale plastico, additivi per carburanti, insetticidi, prodotti cosmetici e nei cibi che portiamo in tavola ogni giorno (grassi idrogenati e non idrogenati prodotti dall’industria alimentare). Si trova in particolar modo nel terreno e nelle acque ed è assorbito dagli organismi viventi, quindi, presente in tantissimi alimenti di origine animale e vegetale.

Dati scientifici indicano che oltre il 30% della popolazione generale soffre di allergia al nichel e di questi il 20% sviluppa la SNAS, Sindrome Sistemica Allergica al Nichel.

Colpisce maggiormente le donne ed è una reazione IgE mediata, quindi si tratta di allergia e non di intolleranza, condizione che si manifesta per carenza o non funzionalità di alcuni enzimi esistenti nel nostro organismo. La SNAS, Sindrome Sistemica Allergica al Nichel, con o senza dermatite da contatto, è caratterizzata anche da altri sintomi spesso invalidanti non riconducibili immediatamente al metallo: crampi e gonfiore addominali, stipsi o diarrea, nausea e vomito, mal di testa, stomatite e afte, febbre, difficoltà respiratoria nasale e asma, dolori articolari, orticaria, angioedema.

Allergia al nichel

Immagini dall’archivio della dr.ssa Caminiti

La terapia medica, nei casi più importanti, prevede un protocollo che utilizza l’acido etilendiamminotetraacetico o EDTA somministrato per via endovenosa. Una procedura particolare che è eseguibile solo in ambito ospedaliero, perché è invasiva e può scatenare gravi effetti collaterali.

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Grazie alle importanti risorse tecnico scientifiche rese disponibili dal dr. Vincenzo Aletta, biologo nutrizionista clinico e consulente dell’azienda farmaceutica SuaRhe Biomedica, l’equipe della dr.ssa Caminiti sta mettendo a punto un chelante per il trattamento dell’allergia al nichel e della SNAS che non presenta controindicazioni.

«Negli ultimi mesi – spiega la dr.ssa Caminiti – sono pervenuti alla nostra osservazione una moltitudine di pazienti che presentavano sintomi e segni di allergia al nichel e metalli pesanti sino ad arrivare alla SNAS, per tale motivo abbiamo sentito l’esigenza di aiutare questi pazienti producendo un chelante che potesse cambiare loro la vita. Dopo tanto studio e ricerca con il dr. Vincenzo Aletta e la dr.ssa Maria Teresa D’Agostino abbiamo pensato alla produzione di un chelante, che affiancasse la dieta di esclusione e il trattamento farmacologico. Inoltre, ai pazienti che arriveranno alla nostra osservazione oltre a sottoporli alla diagnostica allergologica completa faremo eseguire la titolazione della concentrazione nel sangue di diversi metalli, soprattutto il mercurio, il cadmio, lo zinco e il cobalto, mediante un banalissimo e comunissimo prelievo del sangue».

Accreditati studi scientifici hanno dimostrato come il glutatione ridotto piuttosto che l’N-Acetilcisteina sono in grado di agganciare, appunto “chelare”, determinati ioni soprattutto quello del mercurio, nichel e cadmio e, facilitare o agevolare, l’uscita dall’organismo di questi metalli dannosi per l’organismo. Il glutatione ridotto presenta un doppio legame zolfo, un S-S che stabilisce un legame covalente, quindi molto stabile con questi ioni e una volta che viene espulso porta con sé i metalli.

La terapia desensibilizzante per il nichel rappresentava un valido aiuto, associato al trattamento nutrizionale di esclusione e alla terapia farmacologica. Ma oggi una valida alternativa è rappresentata da alcune sostanze che sfruttano la chelazione per eliminare i metalli pesanti.

«Il nostro prodotto – spiega il dr. Vincenzo Alletta della SuaRhe Biomedica – rappresenta un’alternativa al trattamento desensibilizzante, percorre un’altra via, ossia quella della eliminazione dell’elemento inquinante o tossico (i metalli) attraverso le feci e soprattutto attraverso le urine, senza nessuna controindicazione o complicanza. Siamo arrivati all’ultima fase dello studio che prevede di bilanciare accuratamente i componenti in modo da avere i minori effetti collaterali possibili tendenti a zero. Questo prodotto, dunque, accelererà i risultati ottenuti dal trattamento nutrizionale di privazione, per cui il paziente in molto meno tempo potrà ottenere la risoluzione della patologia. Stiamo facendo tutto il possibile – conclude il dr. Aletta – per accelerare la produzione di questo prodotto e presumiamo di metterlo in commercio tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo».