Paziente in followup per pregresso intervento di asportazione papilloma invertito fossa nasale sinistra. In atto nessuna recidiva

Un nuovo protocollo clinico-diagnostico per il trattamento del papilloma nasale e del cavo orale

*In foto – Paziente in followup per pregresso intervento di asportazione papilloma invertito fossa nasale sinistra. In atto nessuna recidiva

Novità in ambito clinico-diagnostico e quindi terapeutico per i pazienti affetti da papilloma virus nasale ed orale. La dr.ssa Daria Caminiti (Studio Medico Malattie Orecchio-Naso-Gola ed Allergopatie di Taormina), il prof. Salvatore Lanzafame (Laboratorio Istopatologico di Catania) e la dr.ssa Luisa Russo (Centro Analisi Biomediche di Taormina) sono responsabili di un nuovo protocollo clinico-diagnostico che permetterà di sottoporre questi pazienti a terapie locali e sistemiche per ridurre la probabilità di evoluzione della patologia in carcinoma.



Osservando moltissimi casi di pazienti affetti da lesioni e neoformazioni del cavo orale, e non in ultimo un aumento dell’incidenza di papillomi nasali, indotti verosimilmente da infezione da papilloma virus, e apprendendo, che nonostante ci siano oltre 100 genotipi, i papillomavirus umani, virus a Dna, afferiscono ai generi alfa, prevalentemente mucosali, quindi del cavo orale, delle mucose nasali e dei genitali, e che i sottotipi più frequenti sono gli istotipi Hpv 6-11 e Hpv 16-18, si è pensato di attuare un protocollo diagnostico al fine di tipizzare correttamente l’istotipo e quindi poter eseguire terapia farmacologica mirata per prevenire maggiormente le recidive. Dopo attente e accurate valutazioni la dr.ssa Daria Caminiti (otorinolaringoiatra), in sinergia con il prof. Salvatore Lanzafame (anatomopatologo) e la dr.ssa Luisa Russo (patologo clinico), ha ritenuto utile affiancare all’esame istologico ed immunoistochimico della neoformazione asportata, del cavo orale o nasale, un esame citologico per identificare e geno-tipizzare i virus Hpv grazie alle moderne metodiche di biologia molecolare, mediante l’utilizzo del tampone faringeo per la ricerca del papilloma virus consentendo di identificare il Dna virale.

Da oggi presso i nostri studi medici verrà eseguito il tampone faringeo per la ricerca del papilloma virus del cavo orale ed il tampone nasale per la ricerca dello stesso nel naso.

Il tampone faringeo attesta nel cavo orale la presenza del papilloma virus ed è un fondamentale strumento di screening per individuare soggetti a rischio che devono essere sottoposti periodicamente a un controllo dall’otorino, in modo da rilevare l’eventuale presenza di lesioni cancerose e precancerose alla laringe o al cavo orale quando sono ancora a uno stadio iniziale. La citologia nasale è una metodica già effettuata, attraverso l’utilizzo di un prob di plastica, che per raschiamento della mucosa nasale ci rende edotti circa la presenza di infezioni virali, batteriche o micotiche, anche in questo caso in relazione al maggior tipo di cellularità riscontrata al microscopio elettronico. Quindi perché non eseguire un esame citologico nella zona interessata dal papilloma virus nel naso utilizzando il tampone che si utilizza per l’esame nel cavo orale per ottenere la identificazione corretta del Dna virale?

Il tampone faringeo è un esame non invasivo, rapidissimo, molto simile al tampone tonsillare, non richiede anestesia locale.

Un bastoncino di cotone viene strisciato sulla mucosa orale o nasale (nel naso sotto visione endoscopica), nell’area interessata dalla neoformazione, ovviamente in maniera accurata, per raccogliere le cellule.

* Nel video la Dr.ssa Caminiti mostra come avviene l’esecuzione del tampone nasale per eseguire la tipizzazione del virus HPV

Questo permetterà tramite l’esame citologico, istologico e immunoistochimico di inserire i pazienti affetti da papilloma nasale o del cavo orale in un protocollo clinico-diagnostico al fine di somministrare terapia locale o sistemica antivirale mirata per ridurre la probabilità di recidiva e la probabilità di evoluzione in carcinoma.
Il nostro protocollo clinico-diagnostico prevede dunque, sia per il sesso femminile che maschile:

  • Visita Otorinolaringoiatrica associata ad endoscopia delle alte vie respiratorie nei pazienti affetti da neoformazioni, nei pazienti sintomatici ma anche nei pazienti asintomatici che riferiscono una storia clinica di infezione della mucosa dei genitali. Entrambi i sessi devono sottoporsi a controlli ben cadenzati e programmati al fine di prevenire la trasformazione cancerogena di una eventuale lesione orale o nasale
  • Stretta collaborazione tra otorinolaringoiatra e ginecologo nei pazienti affetti da Hpv dei genitali
  • Esame istologico della neoformazione o della lesione orale o nasale asportata, eseguendo anche l’esame immunoistochimico per lo studio della proteina p16 e della proteina Ki67. La proteina p16 è un inibitore delle chinasi ciclina dipendente, ed è il prodotto di un gene oncosoppressore che controlla il ciclo cellulare impedendone la progressione. La proteina Ki16 è espressa a livello nucleare nella fase proliferativa (G1-M) del ciclo cellulare. Nel carcinoma della cervice uterina l’iperespressione della p16, correlata con la distribuzione del Ki16 nello spessore (1/3, 2/3, 3/3) dell’epitelio pavimentoso stratificato, è di grande supporto nella diagnosi e nello stabilire il grado di displasia (L-SIL vs H-SIL) delle lesioni proliferative cervicali HVP-correlate.
  • Esame citologico della mucosa orale o nasale, eseguito tramite tampone nell’area anatomica interessata dalla neoformazione, al fine di studiare il Dna virale e tipizzare in maniera accurata il sottotipo dell’Hpv
  • Collaborazione con il medico immunologo, ad avvenuta tipizzazione del virus, al fine di prescrivere terapie farmacologiche locali o sistemiche, mirate, per ridurre la probabilità di recidiva della patologia e per prevenire la trasformazione della lesione in carcinoma

Un’attenta visita specialistica otorinolaringoiatrica con l’utilizzo di sistemi endoscopici di ultima generazione ad alta definizione, consente l’identificazione precoce delle lesioni sospette e la successiva identificazione e genotipizzazione del virus Hpv grazie alle moderne metodologie di biologia molecolare. Oggi gran parte della patologia otorinolaringoiatrica è aggredibile con la chirurgia mini-invasiva, in anestesia locale, senza bisogno di ricovero, con tempi di recupero velocissimi.