Poliposi nasale: un farmaco biologico evita l’intervento chirurgico
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Nuovi scenari si aprono per la cura della poliposi nasale, patologia che diventa sempre più medica e non più chirurgica. Da qualche mese nei protocolli utilizzati dallo studio medico Otorinolaringoiatria e Allergopatie della dr.ssa Daria Caminiti per la cura della poliposi nasale è stato inserito un farmaco biologico. Molti pazienti affetti da poliposi nasale, che riferiscono anche sintomi rino-bronchiali, quali l’asma, sono stati reclutati nel nuovo protocollo che prevede la somministrazione del farmaco Omalizumab oltre alla immunoterapia specifica per la cura delle allergie e ad una attenta osservazione dell’aspetto metabolico del paziente.
Da sempre i nostri protocolli trattano la poliposi nasale partendo dalla ricerca delle causa responsabili di tale patologia. I pazienti infatti seguono un serissimo percorso diagnostico al fine di riscontrare tutte le cause responsabili della poliposi nasale e trattarla così in maniera mirata.
Per coloro che necessitano inevitabilmente di trattamento chirurgico e sono stanchi di sottoporsi a continui interventi in anestesia generale, o presentano controindicazioni alla anestesia generale, vengono messi in atto dei protocolli che riducono la dimensione del polipo per poi asportarlo utilizzando laser di ultima generazione in anestesia locale, senza necessità di inserire tamponi nasali.
Mentre i pazienti pervenuti alla nostra osservazione affetti da poliposi nasale associata ad asma vengono trattati con il farmaco biologico Omalizumab.
Ovviamente per essere reclutati nel protocollo per il trattamento della poliposi nasale associata ad asma, è necessario che il paziente stesso abbia requisiti ben precisi. Nel mondo dei farmaci biologici l’Omalizumab risulta essere il biologico più studiato con dati di real-life a 12 anni, dove ha dimostrato nel paziente asmatico non controllato, IgE mediato, una notevole riduzione delle riacutizzazioni asmatiche gravi cortisone sistemico dipendenti di quasi il 90%, riducendo l’accesso al pronto soccorso ed i ricoveri ospedalieri.
La modulazione di tutto il sistema TH2 IgE mediato consente al paziente un cambio radicale della propria qualità di vita, consentendo un ritorno alle normale attività giornaliere. L’Omalizumab ha dimostrato di essere efficace anche nelle forme comorbide di asma e poliposi nasale. Consentendo tramite il suo meccanismo bloccante delle IgE libere circolanti per il 97%, di ridurre quelle sostanze che innescano la produzione della cascata infiammatoria sia a livello nasale che bronchiale.
L’Omalizumab è un anticorpo monoclonale appartenente alla classe delle IgG, che agisce legandosi specificamente alle IgE umane ( anticorpi che hanno un ruolo nel meccanismo immunologico della allergia) circolanti, impedendo il loro legame con un particolare recettore posto su mastociti e basofili definito FcεR1. In questo modo, l’Omalizumab inibisce la degranulazione mastocitaria, responsabile delle manifestazioni allergiche per rilascio, per esempio di istamina, uno dei mediatori chimici della infiammazione ( molecola organica, appartenente alla classe di ammine biogene).
L’ Omalizumab diminuisce le IgE plasmatiche a livelli non rilevabili e riduce significativamente la risposta broncospastica dovuta alla stimolazione antigenica.
Oltre a neutralizzare le IgE libere, l’Omalizumab provoca down-regulation del recettore FcεR1 sulla superficie dei mastociti, riducendo il numero delle IgE legate ad essi. Inoltre, blocca anche il legame delle IgE al recettore a bassa affinità per le IgE (FcεR2) presente su linfociti B e T, macrofagi ed eosinofili, inibendo l’attivazione di queste cellule da parte degli allergeni e, di conseguenza, l’infiammazione cronica. A differenza dei tradizionali farmaci anti-IgE, Omalizumab non interagisce con le IgE già legate ai mastociti e ai basofili. La somministrazione riduce l’infiammazione TH2 migliora i sintomi corralati alle patologie per il quale è indicato ossia asma allergico, orticaria cronica, risnosinusite cronica e polipi nasali, riducendo la richiesta di glucocorticoidi e
migliorando sensibilmente la qualità di vita del paziente.
L’Omalizumab è indicato per il trattamento delle seguenti patologie:
- Asma allergico non controllato con le convenzionali terapie inalatorie, in pazienti che hanno una conclamata allergia ed una asma di natura IgE- mediata, ed un non controllo dei sintomi nonostante l’assunzione giornaliera di farmaci inalatori con alte dosi di cortisonici inalatori. Il trattamento può essere usato in pazienti a partire da 6 anni di età, in quanto il farmaco ha dimostrato un elevato rapporto di sicurezza ed efficacia.
- Orticaria Cronica Spontanea, in pazienti a partire da 12 anni di età che manifestano pomfi e prurito nonostante l’assunzione massimale giornaliera di antistaminici H1.
- Rinosinusite cronica e polipi nasali. L’Omalizubam è indicato in questo caso come terapia aggiuntiva ai corticosteroidi intranasali per il trattamento della rinosinusite cronica con poliposi nasale grave negli adulti (età pari o superiori a 18 anni) per i quali la terapia con i corticosteroidi intranasali non fornisce un controllo adeguato della malattia. Nel paziente affetto da rinosinusite cronica e poliposi nasale affetto anche da asma, l’Omalizumab può essere somministrato in età pari o superiore a sei anni. Il trattamento con Omalizumab deve essere iniziato da medici esperti nella diagnosi e nel trattamento di asma persistente grave o rinosinusite cronica con polipi nasali. Il dosaggio per asma allergico e la rinosinusite cronica con poliposi nasale segue gli stessi principi di dosaggio. La dose appropriata e la frequenza di somministrazione di Omalizubam per queste condizioni sono determinate dai livelli di IgE basali (UI/mL), rilevati prima di iniziare il trattamento, e dal peso corporeo (kg). Prima della somministrazione della dose iniziale, infatti i pazienti devono determinare i propri livelli di IgE mediante qualsiasi test disponibile in commercio per le IgE sieriche totali al fine della definizione della loro dose. Sulla base di queste determinazioni possono essere necessari per ciascuna somministrazione da 75 a 600 mg di Omalizumab.
È fondamentale capire che il meccanismo di Omalizumab non si può sintetizzare solo sulla azione sulle Ige libere e su quelle legate al recettore (FcεR2) presente su Mastociti, Basofili e cellule Dendridiche ma Omalizumab riduce in modo significativo il numero di recettori (FcεR2 ) presenti sulle cellule precedentemente elencate consentendo la stabilizzazione del sistema TH2 riducendo l’infiammazione tipica di questi pazienti.
Dal punto di vista clinico ciò si traduce con un miglioramento notevole a partire già dopo un mese dall’inizio del trattamento, della sintomatologia asmatica ma soprattutto dei sintomi correlati alla poliposi nasale, migliorando l’olfatto, il gusto, azzerando lo scoloretronasale e la compressione facciale.
L’Omalizumab è l’unico farmaco biologico che agisce sulla cellula Dendridica, questo si traduce in un aumento della attività dell’interferone alfa ( gli interferoni sono proteine,molecole, sostanze, prodotte naturalmente dalle cellule in risposta ad una grande varietà di stimoli tra cui infezioni virali) che consente al paziente di migliorare la sua attività antivirale riducendo le infezioni virali e da rinovirus, riducendo in modo significativo l’uso di farmaci specifici per le infezioni virali.
Omalizumab agisce in modo importante sulle dimensioni del polipo in pazienti con poliposi moderata-grave, sia nel paziente che non ha avuto ancora indicazione alla terapia chirurgica, sia nel paziente post chirurgico, che ha subito diversi interventi chirurgici in anestesia generale proprio per l’alta recidiva della patologia, allungando il tempo tra una recidiva ed un eventuale altra, o azzerando la recidiva stessa, questo grazie alla sua attività modulatrice del sistema TH2.
È importante segnalare l’età di somministrazione dell’Omalizumab in relazione alla patologia:
- pazienti affetti solo da asma si può somministrare in età pari o superiore ai sei anni;
- pazienti affetti da asma e allo stesso tempo da rinosinusite cronica con poliposi nasale in età pari o superiore ai sei anni;
- paziente affetto solo da poliposi nasale in età pari o superiore ai 18 anni;
- paziente affetto da orticaria cronica età pari o superiore ai 12 anni.
Qualora il paziente, nonostante i nuovi protocolli farmacologici, metabolici ed immunitari, necessiti di un approccio chirurgico viene trattato con le metodiche innovative utilizzate per la chirurgia mini-invasiva.
I pochi pazienti che nonostante la somministrazione dei nostri protocolli continuano a presentare la patologia, anche se in maniera non estesa e ridotta in termini di dimensione del polipo nasale, e richiedono l’approccio chirurgico mini-invasivo, (per presenza di patologie che non permettono l’intervento in anestesia generale o per richiesta da parte del paziente stanco di subire continui interventi chirurgici in anestesia generale) ossia senza l’apertura del massiccio facciale, per asportare i polipi nasali a livello della fossa nasale vengono trattati con i diversi laser a nostra disposizione, in anestesia locale senza necessità di inserire tamponi nasali.