Osas e disturbi del sonno

OSAS e disturbi del sonno: quali rischi?

Eccessiva sonnolenza diurna associata ad affaticamento e stanchezza, difficoltà di attenzione e concentrazione, cefalea e irritabilità. Potrebbero essere tutti sintomi di una patologia ben più grave: la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS). Smettere ripetutamente di respirare nel corso della notte ha degli effetti sul corretto funzionamento dell’organismo, con conseguenze cardiovascolari sia neurologiche. Essendo un problema non avvertibile dal soggetto, potrebbe essere sottostimato e quindi potenzialmente molto pericoloso, soprattutto perché può portare a sonnolenza durante il giorno con colpi di sonno potenzialmente letali quando ci si trova alla guida e a disattenzione con incidenti sui luoghi di lavoro.

Cosa sono le apnee notturne?

La sindrome delle apnee notturne, la cui definizione medica è Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno, nota anche con l’acronimo OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è una patologia cronica molto diffusa che comporta ripetute interruzioni dell’attività respiratoria durante il sonno. Sebbene queste pause durino generalmente pochi secondi, si possono presentare circa 30 volte in un’ora e anche centinaia di volte in una notte, impedendo di riposare adeguatamente.

Quali sono i sintomi?

Purtroppo la sua pericolosità è sottostimata e l’unico sintomo che si mette in evidenza è il russamento, considerato quasi come inevitabile nell’essere umano e curiosa fonte di discordia nelle relazioni di coppia. Moltissimi pazienti affetti da disturbi del sonno non sono a conoscenza di soffrirne, sono i loro famigliari a prendere coscienza del problema e a convincerli di recarsi dal medico. Il primo passo è istruire il paziente a riconoscere i sintomi:

  • russamento abituale,
  • pause respiratorie durante il sonno,
  • risvegli con sensazione di soffocamento,
  • necessità di urinare frequentemente,
  • eccessiva sudorazione,
  • sonnolenza e sensazione di stanchezza,
  • cefalea mattutina,
  • riduzione della concentrazione e dell’attenzione.

Quali sono le cause?

Non ci sono delle vere e proprie “cause”, ma piuttosto dei fattori che possono contribuire al restringimento delle vie aeree superiori, causando apnee notturne. I maggior fattori predisponenti sono il sovrappeso e l’obesità: studi scientifici hanno messo in evidenza lo stretto rapporto tra aumento del peso corporeo e gravità dei sintomi. Altro fattore di rischio è la riduzione del calibro delle vie respiratorie superiori le cui cause sono frequentemente l’ipertrofia dei turbinati, la deviazione del setto nasale, l’ipertrofia tonsillare ed adenoidea, la maggiore lassità dei tessuti molli del velo palatino, l’ipertrofia dell’ugola, l’ipertrofia del tessuto linfatico della tonsilla linguale e tutte le anomalie cranio-cervico-mandibolari. Altri fattori di rischio, meno frequenti sono: un collo corto, ipotiroidismo e acromegalia, fumo, utilizzo di sedativi e consumo elevato di alcool.

Quali sono i rischi?

Durante le apnee si abbassano rapidamente i livelli di ossigeno nel sangue e consequenzialmente aumenta la pressione sanguigna e l’attività cardiaca con possibili aritmie e a livello cerebrale microrisvegli o risvegli con affanno. Oltre ai disturbi cardiovascolari in questi pazienti con apnee notturne il sonno alterato può determinare sonnolenza diurna con il manifestarsi di colpi di sonno alla guida o durante tutti i momenti della giornata, irritabilità, deficit della memoria. La presenza di OSAS aumenta il rischio per patologie cardiovascolari, infatti, sembra ci sia una stretta correlazione tra OSAS e aumento dei casi di ictus cerebrale e di morte improvvisa. Le complicanze possono essere dunque cardiovascolari e cerebrovascolari. Il diaframma, nei soggetti che presentano una riduzione del calibro delle alte vie respiratorie, aumenta la propria attività per tentare di sbloccare l’ostruzione aumentando la pressione di aspirazione. Tutto ciò avviene durante l’apnea, in uno stato di ridotto flusso di ossigeno e aumentata concentrazione di anidride carbonica, con conseguente chiusura dei vasi arteriosi non ossigenati nel polmone e nell’organismo in genere determinando aumento della pressione sanguigna, e riduzione della portata cardiaca. I rischi cerebrovascolari sono determinati dalla riduzione di apporto di ossigeno al cervello con conseguenti fenomeni ischemici diffusi, che possono determinare, come rilevano numerosi studi scientifici, patologie degenerative croniche quali l’invecchiamento cerebrale precoce, la Sindrome di Alzheimer, Parkinson etc.

Come si arriva alla diagnosi?

La sindrome delle apnee ostruttive del sonno è diagnosticabile e curabile sia con metodi chirurgici sia con terapia medica e ortodontica. Tutto ciò a patto però di riconoscersi malati. Un passaggio non sempre scontato poiché l’eccessiva sonnolenza diurna, sintomo principale dell’OSAS, è una condizione che molte persone hanno difficoltà a percepire o a quantificare, e spesso la confondono con la stanchezza. Dunque, la sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno è largamente sotto diagnosticata. In genere è il partner a sollevare il problema perché infastidito e preoccupato del russamento abituale accompagnato da episodi di pause respiratorie. La diagnosi è volta a valutare le patologie delle alte vie respiratorie mediante visita specialistica otorinolaringoiatrica. L’endoscopia delle alte vie respiratorie e i test specifici, come la manovra di Muller, servono ad evidenziare la sede di eventuali restringimenti delle vie respiratorie. Successivamente è fondamentale andare dallo pneumologo per eseguire la polisonnografia, gold standard nell’OSAS, esame che permette la valutazione delle apnee. Di fondamentale importanza è la valutazione dell’aspetto nutrizionale di tali pazienti poiché solo una condizione di sovrappeso rappresenta un fattore predisponente importante. E da non ultimo è consigliabile una buona valutazione cranio-cervico-mandibolare da parte dell’ortodontista per trattare anomalie di questo distretto che riducono allo stesso modo il calibro dello spazio respiratorio.

Quali trattamenti per l’Osas?

La terapia frequentemente prescritta, spesso senza una corretta valutazione, è la ventilazione meccanica a pressione positiva continua che impedisce alle pareti della faringe di collassare durante il sonno. Ma è una terapia che molti definiscono invasiva e che moltissimi rifiutano poiché non ben tollerata. Si tratta di un piccolo ventilatore collegato ad una maschera invasiva e fastidiosa. Infatti circa il 40% dei pazienti che si avvicinano a questa terapia ha smesso di utilizzarla dopo qualche settimana a causa dei fastidi causati proprio dalla maschera e dal flusso di aria continuo. Poiché non sempre l’Osas è causata da condizioni di cui può farsi carico l’otorinolaringoistra, è importante che per individuare l’origine del problema siano coinvolti, oltre a questa figura, altri specialisti:  dall’odontoiatra al nutrizionista, dallo pneumologo all’osteopata.

Che cos’è il protocollo Osas?

Il protocollo prevede una prima visita otorinolaringoiatrica per rilevare patologie che riducono il calibro delle alte vie respiratorie, quindi a livello nasale, orofaringeo, ipofaringeo e laringeo. L’endoscopia delle alte vie respiratorie e i test specifici, come la manovra di Muller, servono ad evidenziare la sede di eventuali restringimenti delle vie respiratorie e successivamente trattarle con innovativi protocolli farmacologici o se necessita chirurgicamente mediante la Bio-Surgery o Chirurgia Mini-Invasiva (Laser o Radiofrequenza Quantica Molecolare). L’otorinolaringoiatra, dopo aver visitato il paziente si confronterà con lo pneumologo per programmare ed eseguire la polisonnografia, gold standar nelle patologie del sonno, per studiare il tipo di apnea e capire soprattutto se si tratta di apnee lievi, medio-gravi e gravi. La valutazione clinica nutrizionale è di fatto essenziale per tutti i pazienti affetti da russamento semplice o complicato da apnee: solo la presenza di qualche chilo in più è un fattore predisponente. La nutrizionista clinica, dopo aver visitato il paziente e rilevato dei parametri corporei fondamentali da considerare, prescriverà una dieta chetogenica, che permetterà di perdere chili in sicurezza, senza assunzione di farmaci, e soprattutto non recuperarli. Più si riduce il peso corporeo e la massa grassa, maggiore sarà lo spazio respiratorio e quindi si ridurranno o azzereranno gli episodi di apnea notturna e di russamento. Per i pazienti che presentano anomali cranio-mandibolari (disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare, spinta linguale atipica, malocclusioni dentali, etc) altra validissima alternativa, molto accettata dai pazienti perché confortevole e di semplice gestione, sono i MAD ossia dispositivi intraorali, semplici ed affidabili, che servono a spostare in avanti la mandibola oppure la lingua in modo da opporsi al collasso delle prime vie aeree prodotto dalla respirazione durante il sonno che causa apnee e russamenti. I MAD rappresentano la prima scelta per chi soffre di russamento o apnee lievi o medio-gravi. Sono dispositivi semplici ma creati su misura per ogni singolo paziente, per garantire l’adattamento alla conformazione oro-dento-facciale.